VIGONZA (PD), 21 gennaio 2025 – Un evento da non perdere per gli amanti del teatro contemporaneo: domenica 26 gennaio alle 19:00, il Teatro Comunale Quirino De Giorgio di Vigonza sarà il palcoscenico dello spettacolo “Re Lear è morto a Mosca”, diretto da César Brie, vincitore del Premio Nazionale Last Seen 2024. Questa rappresentazione è la seconda tappa del programma Attimi Edizione 2025 di #TEMPOPRESENTE scena contemporanea, una rassegna che esplora le sfide e le riflessioni artistiche più attuali, promossa dal Comune di Vigonza e curata da Echidna Associazione Culturale.
Un’opera che riflette sulla vulnerabilità dell’arte
“Re Lear è morto a Mosca” non è solo uno spettacolo teatrale, ma un potente atto di riflessione sulla vulnerabilità dell’arte in tempi di oppressione. César Brie, insieme a 8 giovani attori della Scuola Galante Garrone, narra la vicenda del Teatro Goset in Russia, simbolo della lotta per la libertà artistica sotto il regime sovietico. Creando un collegamento tra passato e presente, invita il pubblico a considerare i rischi di un mondo che spesso ignora le lezioni della Storia.
La tragica vicenda del Teatro Goset
Lo spettacolo racconta la poco nota storia di Solomon Michoels e Veniamin Zuskin, attori ebrei e amici, membri della compagnia teatrale yiddish Goset. Michoels, diventato direttore del Teatro nel 1928, fu ucciso il 13 gennaio 1948 a Minsk, investito da un furgone. Zuskin, che lo sostituì, fu rapito, torturato e poi fucilato nel 1952. Entrambi gli omicidi furono ordinati da Stalin. Questo spettacolo racconta la fine del Teatro Ebraico di Mosca, che perse il suo unico “Re Lear” in yiddish, un’opera mai rappresentata.
Un omaggio alla cultura russa e agli intellettuali perseguitati
“Re Lear è morto a Mosca” è anche un tributo alla cultura russa e agli intellettuali perseguitati dal regime stalinista. Durante lo spettacolo vengono ricordati con rispetto e dolore personaggi come Osip Ėmil’evič Mandel’štam, Pavel Aleksandrovič Florenskij, Les Kurbas e Marina Cvetaeva, quest’ultima costretta a suicidarsi nel 1941, isolata dalla comunità letteraria. Il racconto mette in primo piano la tragedia e la bellezza della cultura russa, senza dimenticare le atrocità di quel periodo storico.
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