Sciopero generale nel settore metalmeccanico a Verona – Le fabbriche di Borromini e Vetrerie Riunite di Colognola ai Colli hanno chiuso i battenti oggi a causa della protesta organizzata da Filctem Cgil, Fiom Cgil e altre sigle sindacali. La partecipazione altissima degli operai indica una forte mobilitazione che si preannuncia duratura. La scelta della proprietà, due fondi di investimento portoghesi, di chiudere Borromini con il conseguente licenziamento di 45 lavoratori, e di dimezzare la produzione di Vetrerie Riunite, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro, è stata fortemente contestata dai sindacati.
Nel presidio di questa mattina, operai e rappresentanti sindacali hanno ribadito la necessità di un intervento immediato delle istituzioni per evitare la perdita di aziende storiche e posti di lavoro qualificati sul territorio.
“Una crisi finanziaria, non industriale”
Gianni Morandini, segretario generale Filctem Cgil Verona, ha evidenziato che il comportamento della proprietà denota una strategia speculativa piuttosto che una reale crisi produttiva:
“In soli dodici mesi dall’acquisizione, stanno chiudendo un’azienda e dimezzando l’altra. È chiaro che si tratta di una scelta legata a logiche finanziarie anziché di mercato. Se cercano di scaricare i costi sui lavoratori e sulla comunità dopo aver ottenuto finanziamenti pubblici, troveranno la nostra ferma opposizione”.
Lunedì 3 marzo si terrà il tavolo regionale sulle crisi aziendali, dove i sindacati richiederanno l’intervento della Regione e del Governo per fermare questa tendenza negativa.
“Speculano sui soldi pubblici e licenziano”
Martino Braccioforte, segretario generale Fiom Cgil Verona, ha evidenziato che i fondi di investimento Teak Capital e Tangor Capital hanno beneficiato di 47 milioni di euro di finanziamenti pubblici prima di procedere con licenziamenti e chiusure.
Lo sciopero odierno è stato organizzato in concomitanza con la protesta dell’intero settore metalmeccanico veronese, che si mobilita per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), scaduto da mesi.
Un’intera filiera sotto attacco
Il malcontento non riguarda solo le due aziende di Colognola ai Colli: anche alla Riello Sistemi il settore della logistica è stato coinvolto nella protesta, con lavoratori in appalto che si trovano in condizioni contrattuali svantaggiose. Alessandro Poles, segretario generale Filt Cgil Verona, ha denunciato il mancato rispetto dei diritti fondamentali da parte della società appaltatrice Velox Solution, accusata di:
- Non versare i contributi obbligatori per polizza sanitaria e ente bilaterale
- Negare l’accesso alla mensa ai lavoratori in appalto
- Non fornire buoni pasto sostitutivi
- Escludere le lavoratrici dalla disponibilità di spogliatoi adeguati
Anche Francesca Tornieri, segretaria generale Cgil Verona, ha sottolineato che la crisi industriale a Verona è il frutto di una mancata politica industriale nazionale.
Sciopero massiccio: partecipazione altissima
La giornata ha registrato una partecipazione totale in molte aziende del territorio:
- 100% di adesione alla Breviglieri, Borromini, Riello Sistemi e Isopan
- 98% alla Manni
- 90% in Alfa Laval e Prima Industrie
- 80% in Zanardi, Franke e Sime
- 70% in Giacomini, Sidel e Acciaierie Venete
Sono stati organizzati 5 presidi davanti ad aziende simbolo della protesta, come Manni Sipre, Acciaierie Venete e Breviglieri, con il supporto degli amministratori locali.
“Non ci fermeremo”
I sindacati hanno ribadito che la mobilitazione continuerà finché non saranno revocate le chiusure e i licenziamenti.
“Questa battaglia riguarda tutti i lavoratori del settore metalmeccanico e industriale. Chiediamo il rinnovo del CCNL e il rispetto dei posti di lavoro. Se il mondo finanziario pensa di speculare sui lavoratori, troverà una forte e unita resistenza“.
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