Polizza obbligatoria contro le calamità naturali: la protesta di CNA

CNA Padova e Rovigo contro la polizza obbligatoria contro le calamità: “Aliquota Iva al 22,5%, tassa occulta sulle imprese”.

12 ottobre 2025 14:22
Polizza obbligatoria contro le calamità naturali: la protesta di CNA -
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PADOVA – Cresce la preoccupazione tra le micro e piccole imprese delle province di Padova e Rovigo, che dal 1° gennaio 2026 dovranno obbligatoriamente sottoscrivere una polizza assicurativa contro le calamità naturali. Il provvedimento, introdotto con la Legge di Bilancio 2024, coprirà rischi da inondazioni, frane, terremoti e alluvioni, ma viene percepito come un nuovo onere economico per circa 90 mila aziende del territorio.

Obbligo di polizza entro gennaio 2026

Dopo una prima proroga, la norma entrerà pienamente in vigore nel 2026. Le grandi imprese sono già interessate dall’obbligo dal 1° aprile 2025, mentre per le medie la scadenza è scattata il 1° ottobre 2025. Ora tocca anche alle piccole e micro imprese, che avranno poche settimane per adeguarsi.

Il problema principale, secondo le associazioni di categoria, è che mancano ancora chiarezza e strumenti concreti. Il portale online promesso dal Governo, che avrebbe dovuto consentire il confronto tra le diverse proposte assicurative, non è stato ancora realizzato. Di conseguenza, migliaia di aziende si trovano nell’incertezza più totale.

Le perplessità delle imprese e l’appello di CNA

A denunciare la situazione è Luca Montagnin, presidente della CNA di Padova e Rovigo, che parla apertamente di confusione normativa e scarsa trasparenza: “Quasi 90 mila imprese non hanno alcun elemento di certezza – sottolinea –. Se si è in affitto, chi deve assicurare la sede? E se il laboratorio si trova in un’abitazione privata già assicurata, serve una seconda polizza? Inoltre, contro cosa esattamente ci si deve assicurare e a quali costi?”.

Le imprese, aggiunge Montagnin, rischiano di pagare per una copertura inefficace o eccessivamente onerosa, senza avere la possibilità di scegliere consapevolmente. Da qui la richiesta di chiarezza immediata da parte del Governo e l’appello a uniformare il trattamento fiscale di queste polizze a quello già previsto per le abitazioni private, dove non si pagano imposte e si possono detrarre i costi fino al 19%.

Rischio esclusione da incentivi e finanziamenti

Oltre ai dubbi operativi, le imprese che non sottoscriveranno la polizza catastrofale rischiano pesanti conseguenze economiche. Il decreto MIMIT del 6 agosto 2025 stabilisce infatti che la mancanza della copertura assicurativa comporta l’esclusione da bandi, agevolazioni e contributi pubblici.

Tra le misure che potrebbero essere precluse figurano il Sostegno per l’autoproduzione di energia rinnovabile nelle PMI, il programma Smart & Start per le start-up innovative e vari finanziamenti agevolati destinati allo sviluppo delle imprese. Una penalizzazione significativa, soprattutto per gli artigiani e le micro realtà che già faticano a sostenere i costi di gestione.

Un’aliquota Iva che pesa come una tassa occulta

A rendere il quadro ancora più critico è la pesante aliquota Iva applicata alle polizze catastrofali, fissata al 22,5%: più del doppio rispetto a quella delle assicurazioni sanitarie (10%) e quasi il 50% più alta dell’RCAuto (16%).

“L’obbligo di polizza catastrofale – dichiara Montagnin – è un provvedimento profondamente iniquo. Lo Stato, invece di garantire una gestione efficiente del territorio, scarica sulle imprese il costo delle proprie mancanze. Non solo manca un sistema di incentivi, ma si aggiunge un’imposta gravosa che trasforma la misura in una nuova tassa mascherata”.

Le richieste di CNA al Governo

Le istanze della CNA di Padova e Rovigo sono chiare e puntano a due obiettivi concreti:

  • Azzerare l’imposta sulle polizze per le imprese, allineandola alle agevolazioni previste per i privati;

  • Attivare subito il portale online promesso dal Governo, così da permettere un confronto trasparente tra costi, condizioni e coperture offerte dalle diverse compagnie.

“È necessario agire in tempi rapidi – conclude Montagnin – per evitare che un’iniziativa nata con l’intento di proteggere le imprese dai disastri naturali si trasformi nell’ennesimo fardello economico a carico del mondo produttivo e artigiano del Veneto”.

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