MORIAGO DELLA BATTAGLIA – Scrive Maria Luisa Trevisan: “Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie ‘grandangolata’ di vedute di canali e boschi, di architetture e paesaggi”.
Partendo dallo studio della ghematria, un sistema numerico in cui le lettere dell’alfabeto ebraico corrispondono a numeri (ogni lettera dell’alfabeto ha un proprio significato e contemporaneamente un numero, quindi la ghematria calcola l’equivalente numerico di parole e frasi sommando i numeri delle singole lettere), l’artista, nel corso degli anni, è riuscito a realizzare una sintesi straordinaria tra simbolismo, surrealismo, grafismo e graffitismo, dando vita a un genere nuovo in cui le cifre alfanumeriche derivate dall’alfabeto ebraico, aprono ad orizzonti concettuali ed estetici decisamente nuovi.
A Moriago della Battaglia, nella bella sala espositiva “Carlo Conte” l’artista presenta una selezione significativa di lavori, che comprendono opere bidimensionali e sculture. Oltre alla pittura tradizionale su tela, attraverso l’uso di tecniche moderne come la catalizzazione UV su alluminio o la sublimazione su raso acrilico, si incontrano alcune delle tematiche ricorrenti nell’universo di Tobia Ravà: boschi, alberi, campagne, risorgive. E’ possibile ammirare anche l’opera di grande impatto scenico che vede protagonista, in un vortice spiraliforme di aria, lettere e numeri, l’aereo in volo di Francesco Baracca, ricordo commosso rivolto ai luoghi della Grande Guerra. Bellissime le creature zoomorfe: tartarughe, rinoceronti, pesci, gatti rivestiti di un manto di lettere e numeri che, nello sfavillio della luce del bronzo patinato e lucidato, sembrano contendersi lo spazio in un gioco fantastico e divertente. Come un novello homo faber rinascimentale, Tobia Ravà seduce con la strabiliante varietà e poliedricità di una mente creativa che non conosce sosta, alla ricerca di un’armonia che affascina e sorprende perché sulla scia del grande filosofo e matematico Pitagora, ci dice che tutto è numero e ogni numero può avere diversi significati e interpretazioni per una lettura dell’opera ancora più forte, profonda e suggestiva.
L’AUTORE
Tobia Ravà (Padova, 1959). Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna.
Espone dal 1977 in mostre personali e collettive in Europa, Stati Uniti, Canada, Sud America, Giappone, Israele e Cina.
Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze nel’ambito della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte contemporanea. Hanno scritto di lui, fra gli altri, Flavio Caroli, Omar Calabrese, Piergiorgio Odifreddi, Giorgio Pressburger, Arturo Schwarz. Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea a Mirano (Ve) che mette a confronto artisti di generazioni e culture diverse. In occasione delle olimpiadi di Pechino 2008 è tra gli artisti esposti all’ Olympic Fine Arts. Nel 2011 è invitato ad esporre al Padiglione Italia alla 54ª Biennale di Venezia.
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