«La prossima volta non riuscirai a chiamare il 112»: 48enne arrestato dopo mesi di minacce all'ex
Donna minacciata e perseguitata dall’ex compagno a Mestre: arrestato il 48enne dopo mesi di paura.
MESTRE – La fine di una relazione avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio, ma per una donna mestrina si è trasformata nell’inizio di un lungo periodo di paura, pressioni e continui atti persecutori. L’ex compagno, un 48enne originario di Gela ma residente da anni in città, non aveva accettato la separazione e, nel giro di quattro mesi, era arrivato a minacciarla più volte, arrivando persino a tentare di costringerla a ritirare le denunce per lesioni accumulate nei mesi precedenti.
Il 24 dicembre, il giudice per le indagini preliminari ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica misura in grado di spezzare una spirale di intimidazioni sempre più gravi. Una vicenda iniziata in primavera, che ha avuto il suo punto di svolta soltanto nelle ultime settimane, quando gli episodi si sono intensificati fino a diventare insostenibili.
Pressioni crescenti dopo la separazione
Già durante la convivenza la situazione era segnata da violenze e prevaricazioni, sfociate nelle prime denunce tra aprile e luglio. Per questo motivo, l’uomo aveva ricevuto un ordine di allontanamento, ma quella misura non era bastata a fermarlo.
Con la rottura definitiva, le minacce erano aumentate: «Mi togli questa c... di denuncia, gli dici che non mi hai più visto», intimava lui, arrivando a ventilare la possibilità di far «scoppiare la casa» della madre della donna se non avesse ritirato la querela.
Episodi pubblici e coltello estratto davanti ai clienti
Poco prima dell’allontanamento, in luglio, la donna stava festeggiando il compleanno in un bar di via Palazzo, quando l’ex compagno era piombato nel locale insultandola e offendendola davanti agli amici: «Non ti vergogni? Sei una p..., l’unica donna in mezzo ai maschi», aveva urlato lui.
Al rifiuto di un confronto, l’uomo aveva estratto un coltello, minacciando chiunque provasse a opporsi: «E adesso chi vuole mettersi contro di me?». Anche dopo l’arrivo della polizia le pressioni non si erano fermate: «Stai bene attenta a cosa dirai, perché la prossima volta non farai in tempo a chiamare la polizia», aveva continuato davanti agli agenti.
In seguito, alle minacce si era aggiunta la pretesa economica: la donna era stata costretta a firmare una carta in cui dichiarava di dovergli cinquemila euro, una forma di estorsione inserita dentro un quadro già carico di tensione.
Condanna sospesa e ritorno a casa dell’ex compagna
Lo scorso novembre, il tribunale aveva emesso una condanna con pena sospesa. Una decisione che, lontano dal placare il 48enne, sembrava averlo convinto di poter riprendere il controllo: si era introdotto nuovamente nell’appartamento dell’ex fidanzata, sostenendo di essere «assolto» e quindi libero di presentarsi quando voleva.
La donna, chiusa in bagno per difendersi, aveva chiamato la polizia: da quell’episodio è partita la richiesta di una misura più severa, culminata nel provvedimento del Gip, che ha ritenuto indispensabile l’ingresso in carcere a Santa Maria Maggiore.
Difesa e possibili sviluppi
Assistito dall’avvocato Gianmaria Daminato, il 48enne ha parlato di una conflittualità nata da entrambe le parti. Tuttavia, la ricostruzione dei fatti, la sequenza degli episodi e la progressione delle minacce hanno portato il giudice a confermare la misura più restrittiva disponibile.
I legali stanno ora valutando se presentare ricorso al Riesame, mentre per la donna si è aperta una fase in cui il timore quotidiano lascia finalmente spazio alla possibilità di tornare a una vita normale.