Senza biglietto, bacia e abbraccia la capotreno per fuggire: 30enne assolto dall'accusa di violenza sessuale

Meolo, 30enne nigeriano viene assolto: l’accusa passa da violenza sessuale a violenza privata, reato di minor entità.

02 dicembre 2025 09:00
Senza biglietto, bacia e abbraccia la capotreno per fuggire: 30enne assolto dall'accusa di violenza sessuale -
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MEOLO (VE) – Una vicenda giudiziaria complessa e dai contorni insoliti si è conclusa con l’assoluzione di un 30enne di origini nigeriane, accusato in un primo momento di violenza sessuale nei confronti di una capotreno di Trenitalia. L’episodio, avvenuto nell’ottobre 2023, è stato oggetto di un procedimento che ha ridefinito radicalmente l’imputazione iniziale, arrivando a configurare un reato di violenza privata di minima offensività.

Il controllo dei biglietti e il tentativo di fuga

La ricostruzione parte da un normale controllo dei biglietti a bordo di un regionale in transito nell’area di Meolo. Alla vista della capotreno, il giovane – regolare in Italia e lavoratore dipendente – avrebbe tentato in tutti i modi di evitare il controllo, spostandosi velocemente tra le carrozze e scendendo alle stazioni intermedie per poi risalire su altri vagoni, in una sorta di inseguimento continuo.

Giunto a destinazione, dopo essere finalmente sceso dal convoglio, si è trovato faccia a faccia con la capotreno. Stanca della situazione, la donna lo avrebbe invitato ad allontanarsi, ma lui ha reagito in modo inatteso: l’ha abbracciata e le ha dato un bacio sul collo, prima di dileguarsi.

La denuncia e il processo

La capotreno ha deciso di presentare denuncia, facendo partire l’iter giudiziario. Il 30enne, venuto a conoscenza dell’accusa, ha scelto di procedere con il rito abbreviato.

Durante l’udienza, il difensore dell’uomo, avvocato Tommaso Lenarda, ha sostenuto l’assenza dell’elemento soggettivo tipico della violenza sessuale. La pubblica accusa, rappresentata dal PM Anna Andreatta, ha invece chiesto una condanna a un anno e due mesi di reclusione, puntando sulla gravità dell’imputazione originaria.

La decisione della giudice

La giudice per l’udienza preliminare, Lea Acampora, ha però ritenuto che il fatto non potesse configurare una violenza sessuale. L’accusa è stata così derubricata in violenza privata, e l’imputato è stato assolto in base all’articolo 131 bis del Codice penale, che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Pur riconoscendo l’esistenza del reato, la giudice ha valutato la sua scarsa offensività e ha disposto un risarcimento di 5mila euro alla capotreno, costituitasi parte civile.

Un caso che mette in luce dinamiche inattese

La vicenda riporta l’attenzione sulle difficoltà che il personale ferroviario affronta durante i controlli, tra comportamenti elusivi e reazioni imprevedibili da parte dei passeggeri. Nel contempo, il procedimento giudiziario ha evidenziato la necessità di distinguere con attenzione tra atti di effettiva violenza sessuale e situazioni che, pur essendo illecite e inaccettabili, si collocano in una diversa cornice giuridica.

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