Nuove strategie per contrastare l’emergenza bostrico in Veneto
VENETO – Dopo lungo tempo di segnali di allerta e danni in aumento, la regione del Veneto ha messo in campo un nuovo sistema difensivo contro l’emergenza bostrico, un piccolo coleottero che sta devastando i boschi dell’arco alpino, in particolare gli abeti rossi del Nord Italia. Favorito dalle temperature sempre più elevate e siccitose, questo parassita ha trovato un terreno fertile nel legname abbattuto dalla tempesta Vaia del 2018, portando l’infestazione a livelli drammatici.
Proteggere i boschi e la filiera del legno con nuovi approcci
Con oltre 37.400 ettari di terreno colpiti nel Nord Italia, una superficie quasi equivalente ai danni causati dalla tempesta Vaia, il rischio si è trasformato in una minaccia non solo ambientale, ma anche economica e paesaggistica. La Regione Veneto, in collaborazione con il Settore Fitosanitario, il Dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova e Agrin, ha avviato un progetto sperimentale per contenere l’emergenza.
- Protezione degli abeti monumentali,
- Salvaguardia delle cataste di legname a rischio deprezzamento.
I test sono in corso nella zona di Val Visdende (Belluno), un’area di grande valore naturalistico dove gli abeti rossi e bianchi raggiungono altezze di 48 metri, tra i più alti d’Italia.
Come contrasta il bostrico e quali sono le strategie sperimentali
Il bostrico tipografo, così chiamato per le sue decorazioni simili a incisioni sotto la corteccia, attacca gli abeti scavando gallerie per deporre le uova. Questo processo interrompe la linfa, portando alla morte della pianta. La tecnica sperimentale si basa sull’allontanamento del parassita dagli alberi vivi, utilizzando una sostanza naturale repellente e concentrandolo su tronchi-esca trattati con composti che ne bloccano lo sviluppo.
Secondo il prof. Andrea Battisti dell’Università di Padova, la biologia del bostrico lo rende difficile da combattere poiché agisce in modo nascosto sotto la corteccia, ma questa strategia potrebbe limitare l’infestazione e ridurre i danni agli alberi più preziosi.
Danni in aumento e priorità regionali
Il monitoraggio più recente del 2024 ha evidenziato una situazione allarmante:
- Veneto: 8.176 ettari colpiti
- Friuli Venezia Giulia: 2.408 ettari
- Lombardia: 3.439 ettari, superando i danni di Vaia
- Bolzano: 9.984 ettari (rispetto ai 6.811 di Vaia)
- Trentino: 13.422 ettari (contro gli 11.535 di Vaia)
In alcune aree, il bostrico ha causato danni superiori a quelli della tempesta Vaia, mettendo a dura prova enti, operatori forestali e filiere locali. Il mercato del legname ha subito pesanti perdite a causa del calo dei prezzi e del deterioramento del materiale esposto al parassita per troppo tempo.
Un approccio integrato: monitoraggio e contenimento
Dal 2019, il Veneto ha adottato strategie coordinate, tra cui l’utilizzo di tronchi-esca, il monitoraggio costanteVeneto Agricoltura e azioni mirate sull’Altopiano di Asiago, con risultati positivi. L’obiettivo è ora estendere questi risultati alle aree più colpite, proteggendo anche zone di alto interesse turistico come Acropark e quelle vicine agli impianti sportivi invernali.
Un patrimonio da difendere
Il patrimonio forestale del Veneto rappresenta una parte fondamentale dell’identità ambientale, economica e culturale della regione. Proteggerlo significa preservare la biodiversità, il lavoro e il paesaggio. Le istituzioni regionali stanno affrontando l’emergenza bostrico con un approccio scientifico e collaborativo, mirato a contenere i danni, proteggere la filiera del legno e salvare gli imponenti alberi che popolano le montagne.
Per scoprire altre iniziative a difesa del territorio e della natura nel Nordest, ti consigliamo di leggere questo articolo sul impegno ambientale del Friuli, che illustra anche le strategie di sicurezza ambientale e forestale attuate.
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