Il recente riordino del gioco italiano, varato dal Governo Meloni, non basta. Serve un’opera più vasta, che tenga in considerazione tanto la componente online che quella terrestre e che, soprattutto, si occupi di rimarcare l’equilibrio tra interesse pubblico e privato.
A dirlo è direttamente Roberto Alesse, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, intervenuto di recente presso gli Stati Generali per sottolineare come la tutela della salute pubblica sia un principio fondamentale nella regolamentazione del settore del gioco, un cardine che non deve però far passare in secondo piano l’importanza e la tutela dell’iniziativa economica delle imprese.
Il ruolo del gambling nell’economia italiana
“Il gioco pubblico è un comparto che nel 2023 ha garantito all’erario entrate per 12 miliardi di euro – le sue dichiarazioni, riportate dal blog di settore Gaming Report – un trend in costante aumento negli ultimi tre anni. Il gioco pubblico costituisce infatti un punto fermo indiscutibile per l’economia italiana, con 65.000 aziende attive che danno lavoro a circa 150.000 addetti”. Le priorità, quindi, sono quelle della tutela dell’economia privata, del valore da dare a benessere e salute dell’utente e, in terza battuta, lotta alla criminalità. Un aspetto, quest’ultimo, che colpisce la filiera legale quanto gli utenti.
Punti negativi che devono essere attenzionati e corretti, attraverso un riordino vasto e articolato del settore, in cui mettere “ragionevolezza e proporzionalità”, dice ancora il direttore di ADM Roberto Alesse. Raggiungere il punto d’equilibrio, infatti, è fondamentale. A dirlo è anche il diritto comunitario, con l’Unione Europea che invita a vigilare affinché le normative di settore non oltrepassino i limiti posti dalla tutela della salute.
I punti critici del gioco italiano
Merita un’analisi particolare, poi, il panorama del gioco pubblico italiano. In un contesto reso forte da una regolamentazione evoluta e articolata, che è stata modello anche per altri paesi, ci sono comunque alcune falle, delle criticità da affrontare.
In primis quella di una legislazione troppo diversificata, che crea un vero e proprio mosaico di norme e di divieti a livello regionale e comunale. Una giungla normativa in cui si insinua la criminalità organizzata, come dimostra la recente diffusione del fenomeno delle scommesse illegali, sempre più in mano alle associazioni mafiose. Per questo Roberto Alesse ha sottolineato l’urgenza di una legislazione più coerente, proprio con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli ai bandi di gara per la concessione del gioco pubblico e di offrire una maggiore certezza agli operatori. “Il rafforzamento del perimetro di legalità – si legge ancora su Gaming Report – al cui interno l’interconnessione tra concessioni fisiche e online assume un rilievo strategico”. È così che si rafforza la rete fisica, un aspetto cruciale anche per contrastare la criminalità, integrando concessioni fisiche e online.
Come si riesce in questa impresa? Attraverso un confronto tra Stati Generali e Governo per trovare regole adeguate a far progredire e tutelare il settore dell’azzardo. Un dialogo che deve mettere al centro, insomma, l’interesse privato delle aziende e quello pubblico di stati e cittadini.
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