VENEZIA – Nel mese di luglio riprenderanno le indagini sul sito sommerso di Lio Piccolo (comune di Cavallino-Treporti). Lo scavo, diretto dal prof. Carlo Beltrame (Università Ca’ Foscari Venezia), assistito dalla dott.ssa Elisa Costa, è iniziato nel 2021 e ha portato alla scoperta, lungo il canale Rigà, di una vasca per mantenere vive le ostriche costruita nel 1° secolo d.C. e probabilmente facente parte di una villa romana.
Con centinaia di ostriche ancora conservate all’interno, questa struttura costituisce uno degli unici due esempi noti del mondo romano. Collegati al vivarium in mattoni e tavolati in legno, sono stati messi in luce anche dei tratti di sottofondazioni in pali di quercia di un edifico di una certa importanza che la presenza di centinaia di frammenti di affreschi sparsi sul fondale suggeriscono di interpretare come quelli di una possibile villa di pregio. Nella campagna dello scorso anno era stata inoltre ritrovata una preziosa gemma di agata, incisa con la figura mitologica della principessa di Lidia Onfale, ad avvalorare l’ipotesiche si tratti di un sitofrequentato da romani benestanti.
Lo scavo viene finanziato nell’ambito del progetto PNRR CHANGES Historical Landscapes, Traditions and Cultural Identities (Spoke 1), di cui l’Università Ca’ Foscari è partner, del progetto PRIN 2022 The lagoon of Venice in Antiquity. Settlement dynamics, adaptive behaviors, paleoenvironmental reconstructions e grazie ad un finanziamento del Comune di Cavallino-Treporti. Lo scavo è in regime di concessione del Ministero della Cultura Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna (referente dott. Alessandro Asta) ed è supportato per la parte tecnico-subacquea dalla ditta Archeotecnica di Venezia.
Le attività di quest’anno si inseriscono in un progetto di ricerca più ampio che intende ricostruire il paleoambiente della laguna nord e le dinamiche insediative, lo sfruttamento delle risorse e le tecniche costruttive in età romana, specialmente per quanto concerne l’aspetto della portualità e della navigazione verso Altino.
Negli ultimi anni il progetto ha portato alla reinterpretazione della cosiddetta torre romana di Canale San Felice, in realtà una cisterna-pozzo confrontabile con un’altra, molto meglio conservata che si trova sott’acqua presso Ca’ Ballarin, e alla ricostruzione della portualità urbana di Altino attraverso indagini non invasive presso Valle Rossa e aree interne del municipium. Partecipano al progetto dottorandi e assegnisti di ricerca, oltre al prof. Paolo Mozzi, geologo dell’Università di Padova, e alla prof.ssa Adele Bertini, palinologa dell’Università di Firenze, con i loro staff. Il progetto contribuirà anche allo studio dei cambiamenti climatici e dei livelli del mare fornendo dati relativi all’antichità.
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