Azienda pilotata verso il fallimento: il piano studiato da due imprenditori per arrivare alla bancarotta

Due imprenditori a Treviso accusati di bancarotta: occultata la crisi, gonfiati i bilanci e ceduta l’azienda a nuova società senza corrispettivo.

26 maggio 2025 08:44
Azienda pilotata verso il fallimento: il piano studiato da due imprenditori per arrivare alla bancarotta -
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TREVISO – Due imprenditori del settore meccanico sono stati denunciati per bancarotta fraudolenta patrimoniale dalla Guardia di Finanza di Treviso, al termine di un’articolata indagine condotta per proteggere l’economia legale e contrastare comportamenti volti a svuotare il patrimonio aziendale in contesti di grave insolvenza.

Pilotato il fallimento di un’azienda meccanica dell’hinterland

La vicenda riguarda una società di costruzione di macchinari per la lavorazione di metalli, fondata nel 2009 nell’hinterland trevigiano, con un fatturato annuo medio di circa 1,5 milioni di euro e quattro dipendenti. L’azienda è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Treviso, a seguito della richiesta presentata da due fornitori che operavano per conto della società.

Secondo gli accertamenti del Gruppo Treviso della Guardia di Finanza, i due imprenditori avrebbero scientificamente condotto l’azienda al dissesto, eludendo gli strumenti previsti dalla normativa per affrontare la crisi d’impresa e ponendo in essere condotte gravi e reiterate.

Bilanci gonfiati e crisi occultata per anni

Gli investigatori hanno ricostruito che, dal 2014 al 2018, gli indagati hanno sopravvalutato i bilanci per un totale di 2,5 milioni di euro, tramite numerose irregolarità contabili: omesse svalutazioni di immobilizzazioni e crediti, mancati ammortamenti, errate rettifiche di rimanenze, e falsificazione di fatture.

Queste condotte avrebbero avuto come unico obiettivo quello di nascondere lo stato reale dell’azienda, già in grave difficoltà almeno dal 2015, aggravando la crisi e portando il debito complessivo a 1,4 milioni di euro al momento della sentenza di fallimento.

Distrazioni di cassa e nuova società ad hoc

A ciò si aggiungono distrazioni patrimoniali per circa 90 mila euro, ottenute attraverso compensi non deliberati e la sparizione di cassa. Le Fiamme Gialle hanno inoltre scoperto che l’azienda fallita era stata ceduta senza corrispettivo reale, per un valore teorico di 450 mila euro, a una nuova società costituita appositamente con sede adiacente, operante nello stesso settore.

Uno degli imprenditori indagati è diventato amministratore della nuova società, continuando così l’attività senza dover fronteggiare la pesante eredità debitoria lasciata dalla fallita.

Indagini concluse: alterato il sistema economico

Alla luce del quadro probatorio, la Procura della Repubblica di Treviso ha chiuso le indagini preliminari, notificando la conclusione alle due persone coinvolte. L’intera operazione dimostra l’importanza della collaborazione tra Guardia di Finanza e Autorità Giudiziaria nella lotta a pratiche scorrette che minano la concorrenza e il corretto funzionamento del mercato. Condotte come l’occultamento del dissesto, le distrazioni patrimoniali e la trasformazione fittizia dell’impresa in una nuova entità giuridica rappresentano una minaccia all’integrità del sistema economico e ai diritti dei creditori.

Come previsto dalla normativa vigente, gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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