Marco Dionigi, il dj e produttore che ha fatto la storia della musica dance italiana, è scomparso improvvisamente nel sonno all’età di 55 anni. La sua morte ha colpito profondamente familiari, amici, colleghi e fan che lo hanno seguito per decenni sulle piste da ballo e di tutta Italia.
Un punto di riferimento della scena dance
Marco Dionigi è stato una figura di spicco per oltre trent’anni nel panorama del clubbing a Verona e in Italia, legando il suo nome indissolubilmente alla discoteca Alter Ego. La sua capacità di reinventarsi e di offrire set sempre originali lo ha reso protagonista di serate memorabili, sia negli eventi di grande portata che nei party più esclusivi. Appena due settimane fa si era esibito al Folpo Summer Festival di Noventa Padovana, confermando la sua energia e il suo legame con il pubblico.
Un artista dalla visione fuori dagli schemi
Lo stile unico di Marco Dionigi era caratterizzato da originalità e da un approccio non convenzionale al mestiere di dj. Negli anni ’90 ha lanciato il sound Slow Motion, una miscela di bassi BPM, melodie ipnotiche e influenze new age, diventato un marchio apprezzato a livello nazionale. Da Verona, il suo talento si è fatto conoscere ovunque, sia come dj che come produttore e fondatore dell’etichetta Tube Records, affermandosi con brani come Anaconda, Heaven Flute, Le Serpent, Way Out, The Hard Rocks, Seregenti, Manta e Freefall.

Il ricordo di una comunità musicale
La scomparsa di Dionigi, annunciata dal profilo della discoteca Alter Ego, si è diffusa rapidamente sui social, coinvolgendo soprattutto coloro che hanno vissuto e amato le notti danzanti e le atmosfere dei dancefloor italiani. Numerosi sono stati i messaggi di cordoglio e affetto, a dimostrazione dell’impatto che Dionigi ha avuto su diverse generazioni di appassionati di musica elettronica e clubbing. Toccante il messaggio del collega Adrian Morrison: “Ciao Marco, adesso fai sentire la tua musica agli angeli.“.


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