TREVISO – Un individuo di 53 anni condannato a sedici anni di reclusione per l’omicidio di Daniela Vidotti nel 2010 a Treviso, è tornato alla ribalta con l’accusa di truffa. Dopo aver trascorso tredici anni dietro le sbarre, l’uomo era stato rilasciato di recente, ma è stato recentemente coinvolto in un’indagine della Procura di Perugia.
L’operazione che ha portato all’indagine
L’individuo, già noto per precedenti penali, è stato denunciato da un cittadino di Perugia che, nel giugno 2024, è stato contattato via WhatsApp da un numero straniero. Gli era stato proposto un lavoro sui social media, ma si è rivelato essere una truffa. Invece di essere retribuito, la vittima ha visto il proprio conto corrente svuotarsi di quasi 2.000 euro.
Collegamenti tra l’indagine e l’indagato
Le indagini della polizia postale hanno collegato il numero utilizzato per la truffa all’indagato, che vive nella stessa palazzina di Treviso dove anni prima aveva commesso l’omicidio di Daniela Vidotti. L’analisi dei movimenti bancari ha rivelato che l’uomo ha ricevuto oltre 100.000 euro in pochi mesi, tra cui i soldi sottratti alla vittima di Perugia e a una donna piemontese.
Il passato e la nuova indagine
Dopo aver scontato più di dieci anni di prigione, l’individuo era stato rilasciato e affidato ai servizi sociali. Da gennaio, era tornato in libertà, ma ora è nuovamente oggetto di un’indagine per truffa. La sua storia criminale passata, legata all’omicidio della Vidotti, si intreccia ora con queste nuove accuse.
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